ALCUNE DELLE QUALITA' DEL JEET KUNE DO

 

Il Jeet Kune Do  persegue la sua via  nella  semplicità, e  in questa devono essere allenate le "Qualità".  Il combattente deve essere una macchina perfetta, ogni suo  arto e postura del corpo nell'insieme deve essere controllato, perfezionato, e elaborato in una condizione di eccellenza fisica, senza tralasciare il minimo particolare, pronto a dare il meglio di se ad ogni prestazione!  Così deve essere il nostro corpo! Capace e pronto per ogni situazione, se mancano questi attributi il tutto non funziona.  Nell'elenco, quelle che sono le qualità del JKD:  Coordinazione motoria bilaterale, riflessi al massimo delle potenzialita',percezione ottica dell'apparato cinestetico, attenzione molto vigile, Precisione , Potenza , Capacità di durata,quindi buona forma fisica , Equilibrio,  Senso del corpo, Velocità , Tempismo , Senso spazio temporale di distanza, sensibilita' tattile.

 

La Coordinazione:  La principale caratteristica dell'atleta esperto, è la facilità con cui si muove anche durante lo sforzo massimo. L'atleta che si muove in modo squilibrato, che sembra non trovare mai la distanza giusta, che calcola di continuo, che non riesce mai a sorprendere l'avversario, manca soprattutto di coordinazione motoria e sicurezza nel lavoro che sta esercitando.  Allora l'unica cosa da fare e' acquistare la capacità di coordinare i movimenti al massimo, addestrando il sistema nervoso  neuro muscolare in allenamenti psico motori vari,per esempio,di condizionamento unilaterale,e bilaterale.. 

 

La Precisione:  Significa accuratezza nei movimenti, cioè esattezza nel proiettare la forza in un punto preciso del corpo, per averne il massimo effetto distruttivo. La precisione consiste in movimenti controllati, che debbono essere eseguiti con il minimo dispendio di forza. Si può acquistare precisione con l'esercizio. I focus, oppure con colpitori piu' piccoli, sono attrezzi a cui dobbiamo allenarci intensamente,perche' sviluppano precisione,e  sono molto efficienti.Un'altro metodo e' quello di appendere una pallina da tennis con una corda e colpirla ,oppure la pera elastica, questi, sviluppano precisione e riflessi rapidi nonche', un  veloce e rapido spostamento del corpo, andando ad influire e velocizzare la coordinazione, e la velocita' di spostamento, nonche'  il footwork che consente il costante controllo della situazione, e del tempo spazio temporale. 

 

La Potenza:  E' potente l'atleta forte, ma deve essere veloce, perche' chi e' meno forte, se sa usare la forza con rapidità, puo' essere piu' forte dell'altro  che gia' e' forte di natura,il prodotto della forza per la velocità  accresce la propria potenza. Piu' forte o meno l'atleta che impara ad eseguire i movimenti più rapidamente  e' molto piu' potente. La forza va usata  al momento opportuno, con intelligenza, e strategia.     

                       

La Capacità di durata:  La resistenza nel tempo: per sviluppare questa qualità la cosa migliore è di esercitarsi a compiere l'azione per lungo tempo, (ritmo intero, o ritmo spezzato). Bisogna allenare l'apparato respiratorio, e il sistema muscolare, a fornire delle prestazioni superiori a quelle alla norma. I principianti si stancano ad eseguire allenamenti ed  esercizi faticosi, invece debbono, e ne guadagnano se si esercitano fino a stancarsi. Se si vuole migliorare, dobbiamo essere determinati e andare oltre le nostre capacita', solo in questo modo avremmo' un miglioramente continuo. Se la capacità di durata non viene allenata di continuo essa scompare rapidamente.

  

Equilibrio:  Il fattore più importante nell'atteggiamento, o impostazione del lottatore, è l'equilibrio. Se non si è costantemente in equilibrio, non si può dare il meglio di noi stessi. Per migliorare questa qualità allenati abbassando il centro di gravità, allargando la base, trasferendo il peso sugli avampiedi, le ginocchia vengono estese raramente, durante i movimenti il baricentro deve essere spostato rapidamente, e con piccole azioni. Equilibrio significa controllo del proprio centro di gravità!

 «Si deve cercare il proprio equilibrio muovendosi, non stando fermi, e perlomeno  se lo spazio non  lo permette adottiamo l'atteggiamento fasico a ginocchia flesse,e stiamo sempre in un continuo movimento a molla, con spostamenti discontinui,  per rendere l'idea come un motore di una macchina acceso pronto a partire con brusche accellerate e finte accellerazioni per partire al momento giusto.»